Vittorio Dotti

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Vittorio Dotti
Dotti eletto deputato nel 1994

Vicepresidente della Camera dei deputati
Durata mandato21 aprile 1994 –
9 novembre 1994
PresidenteIrene Pivetti

Deputato della Repubblica Italiana
Durata mandato15 aprile 1994 –
8 maggio 1996
LegislaturaXII
Gruppo
parlamentare
Forza Italia
CoalizionePolo delle Libertà
CircoscrizioneLombardia 1
CollegioMilano 4
Incarichi parlamentari
Sito istituzionale

Dati generali
Partito politicoForza Italia
Titolo di studioLaurea in Giurisprudenza
UniversitàUniversità degli Studi di Milano
ProfessioneAvvocato

Vittorio Dotti (Milano, 26 dicembre 1940) è un avvocato ed ex politico italiano, deputato alla Camera per Forza Italia nella XII legislatura della Repubblica Italiana, dov'è stato prima vicepresidente e poi capogruppo.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nato il 26 dicembre 1940 a Milano, dove si è diplomato al Liceo Ginnasio Giovanni Berchet e laureato in giurisprudenza all'Università degli Studi di Milano, lavorò come avvocato civilista specializzato in diritto commerciale.

Agli inizi degli anni ottanta divenne uno dei principali consulenti legali della Fininvest, occupandosi, fra l’altro, della costituzione o acquisizione delle reti televisive italiane ed estere, dell’acquisto della Standa, del Milan, della Mediolanum, e del processo SME e facendo parte anche del pool che seguì l'acquisizione della casa editrice Mondadori.[1]

Vittorio Dotti (tra Gianfranco Fini e Alfredo Biondi) alla festa per l'elezione di Irene Pivetti a Presidente della Camera nel 1994

Con la discesa in campo nella politica di Silvio Berlusconi, aderisce a Forza Italia e viene candidato alla Camera dei deputati alle elezioni politiche del 1994 nel collegio elettorale di Milano 4, sostenuto dal Polo delle Libertà in quota forzista, venendo eletto deputato con il 59,46% dei voti contro i candidati dei Progressisti Maria Letizia Gilardelli (26,59%), di Alleanza Nazionale Francesco Giuseppe Tofoni (8,31%) e della Lista Marco Pannella - Riformatori Vittorio Rigoli (5,64%)[2]. Nella XII legislatura della Repubblica è stato componente della 1ª Commissione Affari Costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni, della Commissione speciale per il riordino del settore radiotelevisivo, della Commissione parlamentare d'inchiesta sul terrorismo e sulle cause che hanno impedito l'individuazione dei responsabili delle stragi, vicepresidente della Camera dei deputati, dal 21 aprile al 9 novembre 1994, presidente del Comitato per la sicurezza e capogruppo del gruppo parlamentare di Forza Italia a Montecitorio dal 14 ottobre 1994 fino alla fine della legislatura, diventando nel frattempo uno dei membri più influenti del partito.[3]

Nel 1995 diventa anche consigliere comunale a Milano[4].

Nel 1996 abbandona la compagine berlusconiana, dopo che la sua fidanzata, Stefania Ariosto, aveva lanciato accuse di corruzione al Cavaliere[5]. Con la fine del mandato da consigliere comunale nella città meneghina (maggio 1997) termina la sua attività politica.

Nel 2014 pubblica il libro L'avvocato del diavolo. I segreti di Berlusconi e di Forza Italia nel racconto inedito di un testimone di eccezione, nel quale racconta il suo rapporto con Berlusconi dagli inizi della loro collaborazione all'allontanamento del 1996.[6]

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Vittorio Dotti – Casa editrice Chiarelettere, su Casa editrice Ponte alle Grazie. URL consultato il 13 giugno 2023.
  2. ^ Archivio storico elezioni: Collegio Milano 4 (Camera dei deputati), su elezionistorico.interno.gov.it.
  3. ^ La Camera dei Deputati, su legislature.camera.it. URL consultato il 1º maggio 2023.
  4. ^ Anagrafe degli Amministratori Locali e Regionali, Ministero Interno
  5. ^ Da Dotti a Repetti: vent’anni di abbandoni. Tutti quelli che hanno lasciato Berlusconi, Corriere della Sera, 3 aprile 2014
  6. ^ L'avvocato del diavolo – Vittorio Dotti - Casa editrice Chiarelettere, 22 maggio 2014, ISBN 978-88-6190-554-2. URL consultato il 13 giugno 2023.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN310508352 · ISNI (EN0000 0004 3657 388X · SBN MODV655792 · LCCN (ENno2014078933 · GND (DE1053320892 · WorldCat Identities (ENlccn-no2014078933